RIME IN PILLOLE (pagina 75)
Caustici versi di Stecchetti per criticare il sacello di Dante a Ravenna:
Dante chl'era un poeta intelligente,
appena capitò da queste bande
Patatrac! Si morì di un accidente.
Sissignori me a des a cla furstira:
"Ovì, madam, che Dant stasè in afett
Dan questo tabarine d'un timpiet
Copiè sur un modell di zucarira...
(informazione di Agide Vandini di Argenta, 2008)
Parametri antichi di bellezza: il neo peloso in faccia e la fossetta sul mento:
L’òmen al n’é brìsa bèl
s’an à al danièl;
la ragàza l’an é brìsa bèla
s’an à la burèla!
Dante chl'era un poeta intelligente,
appena capitò da queste bande
Patatrac! Si morì di un accidente.
Sissignori me a des a cla furstira:
"Ovì, madam, che Dant stasè in afett
Dan questo tabarine d'un timpiet
Copiè sur un modell di zucarira...
(informazione di Agide Vandini di Argenta, 2008)
Parametri antichi di bellezza: il neo peloso in faccia e la fossetta sul mento:
L’òmen al n’é brìsa bèl
s’an à al danièl;
la ragàza l’an é brìsa bèla
s’an à la burèla!
(modo di dire dei nostri nonni)
***
Lo dicevamo tutti, da bambini, quando avevamo freddo. Non ho idea sulla sua origine, anche se all’orecchio denuncia una certa aria veneta:
Che frìo, che frìo
non dico per io,
ma dico per tanti
che son senza guanti!
***
Anche questa canzone popolare la cantavamo tutti e si cantava anche molto prima di noi (infatti me la insegnò mio padre). Motivo popolare che Ciaikovskij udì in un suo viaggio in Italia e lo inserì nel suo bellissimo “Capriccio Italiano”:
Di nome si chiamava Veneranda
di nome si chiamava Veneranda,
mamma non vuole, papà nemmeno
come faremo a fare l’amor?
mamma non vuole, papà nemmeno
come faremo a fare l’amor?
(miei ricordi di bambino-filastrocche in italiano)
-
Paolo Canè
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