Così ammonisce un vecchio proverbio bolognese, invitando a non confondere il sacro col profano, a non confrontare cose eterogenee, dove "la frùta" è ovviamente la frutta, mentre "el pugnàtt" (oltre che l'oscena metafora) sarebbero le "presine" che si usano in cucina per non scottarsi le mani, ma anche, in senso figurato e "grassoccio", le "bufale", le chiacchiere, le cose futili. Voglio appunto parlare ora di frutta e di antiche idiozie, come quella secondo cui il dialetto bolognese sarebbe "ostrogoto" o peggio di derivazione francese e germanica. Polemica che sostenni anche nel contesto del citato "Voci Caratteristiche Bolognesi", il cui non ultimo scopo era quello di dimostrare che nel mio dialetto, come in ogni altro d'Italia, il latino aveva un'importanza basilare, forse più ancora che in quello toscano, il quale, ricordiamolo, è solo l'antenato della lingua italiana, ma era e resta un dialetto con dignità non certo superiore agli altri! Solo chi non sa assolutamente nulla di lingua e dialetti, può pensare che il toscano si identifichi con l'italiano!
Mi sono sempre chiesto perché l'albicocca richiamasse quell'albus latino, pur essendo gialla e perché in dialetto si chiamasse "mugnèga", con conseguente parola italo-bolognese "mugnaca"! Adesso credo si saperlo, anche se, lo ripeto, in fatto di etimologia occorre andar cauti, specie se non si hanno solide basi di studi.
Albicocca non ha nulla a che vedere con "bianco", poiché viene dall'arabo al-barquq attraverso lo spagnolo albercoque! Da notare come quasi tutte le parole in "al" siano di origine araba e come molte parole si trasmettano da una lingua all'altra, seguendo le vicende della Storia! Il nome latino di questo frutto originario dell'Armenia, era prunus armeniaca, ed è probabile perciò che questa "armeniaca" sia la…nonna di "mugnèga-mugnaca"! Così come la pesca, originaria della Persia, era prunus persica, chiamata in italiano persica e in bolognese pérsga, per poi diventare finalmente "pesca" e "pésga": trasformazioni della lingua e del dialetto, ma non di precedenti toponimi, come quel San Giovanni in Persiceto (Bo) che resta immutato nel tempo.
La prugna o susina in bolognese è sempre e soltanto "próggna", ma anche in questo caso entrambe le parole provengono dal latino: l'una da prunus domestica e l'altra per via del fatto che veniva importata dalla città persiana di Susa.
Infine il "mistero" della nocciola! Mi sono sempre chiesto perché in bolognese si chiami "clura" e la risposta è ancora una volta latina! Il nome deriva da nuceola, come diminutivo di nux e non posso fare a meno di notare come il napoletano "nocella" ed il bolognese "nùs" siano più aderenti al latino che non i toscani nocciola e noce! Quanto a "clura", una probabile spiegazione può venire dal nome latino dell’albero del nocciolo che è "Corylus avellana" e questo –crl/clr, oltre al suono "u" della "y", potrebbero aver generato "clura" (e il corrispettivo romagnolo "Vlén-na", parola che deriva quasi certamente da "avellana"!).Dunque chi sarebbero gli "ostrogoti"? Noi o i toscani?
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Paolo Canè
In spagnolo albicocca si dice albaricoque.
RispondiEliminaRoberto Volpi
Madrid
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