lunedì 11 giugno 2007

Le Mura e le Porte di Bologna

PREMESSA: i primi abitanti del luogo che oggi si chiama Bologna non eressero recinzioni, probabilmente perché non ne avevano bisogno. Così fecero gli Umbri o Liguri (dal 1200, secondo alcuni, al 900 a.C.), i Villanoviani (dal 900 al 600 a.C.), gli Etruschi (dal 600 al 410 a.C.) e i Galli Boi (dal 410 al 186 a.C.). Popoli che sono stati individuati ma che si sono anche mescolati: i Liguri, gli Umbri e i primi Villanoviani si potrebbero considerare come le diverse ere di uno stesso popolo che riceveva apporti etnici da altre regioni e gli ultimi Villanoviani sono definiti da alcuni i primi Etruschi. I Galli invece erano una popolazione celtica (boema) che tuttavia, come dimostrerebbero recenti studi sugli scavi di Monte Bibele, là convivevano in pace con gli Etruschi. Il grande evento che cambiò radicalmente le cose e che è maggiormente accertato da documenti storici, fu la conquista (189 a.C.),da parte dei Romani guidati da Publio Cornelio Scipione Nasica, il quale cacciò i Celti ed annesse la colonia di Bononia ai possedimenti di Roma, della quale ebbe più tardi (88 a.C.) anche la cittadinanza, oltre che il rango di Municipio. I Romani, come si sa, non convivevano con nessuno: essi assoggettavano i popoli sconfitti ed imponevano le loro leggi, la loro lingua e la loro ben nota organizzazione. Così Bologna ebbe la sua prima struttura non ancora muraria, ma certamente ben delineata (oppidum), secondo il classico reticolo geometrico di strade romane. Tale reticolo si intravede ancora oggi in città e percorreva all'incirca le attuali vie: Farini, Carbonesi, Barberia, Malpighi, Marconi, San Giorgio, Monari, Goito, San Martino e Castiglione. Al centro il decumano massimo (la via Emilia, cioè Rizzoli/Ugo Bassi), con a fianco gli altri decumani, intersecati dai vari cardini. Un'area che, alcuni secoli dopo, avrebbe contenuto largamente la prima cinta di selenite, mentre la parte restante venne chiamata "civitas rupta", poiché abbandonata.

LE QUATTRO CROCI, poste da Sant’Ambrogio nel 392-393 (tra le odierne P.ta Ravegnana, Via Farini, Via Carbonesi e P.ta Castello) indicavano punti importanti, ma non si possono considerare cinta, poiché non esistevano mura.

LA PRIMA vera cinta in selenite, di forma quadrata, era molto più piccola del tracciato romano ed è impossibile sapere chi l'abbia costruita, quando e quale fosse il suo tracciato: sui testi da me consultati ci sono le più disparate notizie in merito, con differenze di secoli (V o VI o VII!) e di tracciato. Ho perfino trovato una cartina, sulla quale risulterebbe una quasi identità del perimetro romano e di questo in selenite! In pratica nessuno sa nulla, se non che Bologna era forse l'unica città romana dotata di mura e che queste mura la salvarono dalle prime invasioni barbariche, ciò che fa supporre la loro esistenza già nel 402 (Alarico), ma è solo l'ennesima ipotesi! Tralascio pertanto costruttori, date e tracciati improbabili per avanzare anche una mia ipotesi, secondo la quale, sempre all'incirca, il percorso correrebbe sulle attuali vie: De'Toschi, Foscherari, Marescalchi, Agresti, Volto Santo, Calcavinazzi, Porta Castello, Manzoni, Del Monte e Inferno. Un'ipotesi che vedrebbe le Due Torri costruite "fuori" dalle mura, la Rocca Imperiale a difesa delle stesse (Porta Castello) e che si adatta perfettamente all'addizionale longobarda, costruita pure fuori dalle mura nel lato est. Mi sembra la più attendibile, poiché uno degli antichi nomi dell'attuale via dei Musei, era via del Ballo, dal latino "vallum", cioè il muro di selenite; un resto di muro si può vedere alla Casa Conoscenti in via Manzoni, un altro fu scoperto in Via Rizzoli e un altro ancora in via De' Toschi durante gli scavi del 1921. La sola cosa certa è che la cinta fu semi distrutta da Federico I° Barbarossa nel 1163, esattamente 5 anni dopo che aveva concesso gli habita ai bolognesi (1158) e 20 anni prima della definitiva pace di Costanza (1183). Le porte erano quattro:

1) Porta Stiera: dalle parti delle Vie Ugo Bassi/Galliera, vicino a Porta Castello.
2) Porta Piera: circa in via Carbonara (per alcuni) o vicino a S.Pietro (per altri).
3) Porta Ravegnana: più o meno vicino all'odierna piazza omonima (Due Torri).
4) Porta Procola: circa all’angolo delle Vie D’Azeglio-Carbonesi, tuttavia si dice che l'antico quartiere di Porta Procola sia stato poi tagliato in due dalla via Castiglione.

LA SECONDA (quella detta dei torresotti o dei serragli) non è facilissima da individuare, a causa di cambiamenti, sventramenti e bombardamenti accaduti nel frattempo, ma dovrebbe più o meno coincidere con le seguenti attuali strade, le quali ne costituivano il fossato esterno, alimentato dai Canali di Savena e di Reno:

1) Via Riva Reno
2) Via Falegnami
3) Via A. Righi (già via Imperiale e via Repubblicana)
4) Via Moline (già Via Canepe, dov'era il guazzatoio nel fossato di Via d. Oche)
5) Via Castagnoli
6) Via G. Petroni (già Via Pellacani e, prima ancora, Via della Fossa)
7) Vicolo Bianchetti
8) Vicolo Posterla (in Borgonuovo, era un ramo del Savena)
9) Via Cartoleria (o Via Castellata già Fossato de' Cartolai)
10) Via del Cestello (o Via Rialto, dov'era il salto di "fiaccacollo" del Savena)
11) Via Tovaglie
12) Via Castelfidardo
13) Via Capramozza (il Borgo Riccio era a ridosso del muro del 1000)
14) Via del Fossato (già Fregatette della Nosadella)
15) Via Gombruti/ Via Testoni
16) Via S.Gervasio (sulla quale, si dice, correva il muro del 1000) Via Morgagni

Abbastanza certo e ancora ben visibile, sulla pianta della città, il tratto da Via Riva Reno a Via G. Petroni, più incerto e confuso il resto, per via d'evidenti cambiamenti, ma presumibile dagli antichi nomi delle strade. La parte occidentale sarebbe quindi molto vicina a quella dell'antico reticolo romano, un poco più verso il centro.Quanto alle "posterle" o "torresotti" erano 18 (credo che alcune avessero la posterla e anche il torresotto, come nel caso di Porta Nova). Anche qui le notizie sono abbastanza confuse e contraddittorie (c'è chi ha scritto che le porte erano 16 o 17), ne faccio comunque un elenco, evidenziando in grassetto le quattro ancora esistenti:

1) torresotto dei Piella (nella via omonima, forse detta anche Porta Govese)
2) serraglio e torresotto di S.Martino d'Aposa (abbattuto nel 1841)
3) serraglio di S.Donato (notizie d'un serraglio in Borgo S.Giacomo)
4) torresotto di S.Vitale (in P.zza Aldrovandi)
5) serraglio di Strada Maggiore
6) posterla di S.Petronio Vecchio
7) serraglio di S.Stefano (targa a memoria in Via S,Stefano,38)
8) torresotto di Castiglione (vicino al Teatro Duse nella via omonima)
9) serraglio di S.Procolo (targa a memoria nella via omonima)
10) posterla di Val d'Aposa (detta forse anche Porta Mariana)
11) posterla di S.Agnese (targa a memoria in via Boccadilupo)
12) serraglio di Saragozza (notizie di un serraglio del XII secolo)
13) serraglio di Barberia (targa a memoria nella via omonima)
14) torresotto di Porta Nova (quello di P.zza Malpighi è solo il suo serraglio)
15) serraglio di Porta Stiera (forse è quello abbattuto nel 1956 !)
16) posterla dei Maggi (abbattuta nel 1647,forse lo stesso d'una targa in Via Sauro)
17) torresotto del Poggiale (esistono foto del torresotto abbattuto nel 1943)
18) serraglio di Porta Galliera

Pareri discordi sulle date anche in questo caso: si vuole l'inizio nel 1176 ed il completamento nel 1192 (1208 per alcuni), ma il Menarini accenna alla data del 1070, ciò che appare poco probabile, poiché in quell'anno esisteva ancora la prima recinzione, ma penso che si tratti di un errore di stampa (1170 anziché 1176).Questa cinta non fu distrutta da eventi bellici, ma gradatamente inglobata in successive costruzioni e parzialmente smantellata per ricavarne materiali. Delle mura, oltre ad un vestigio nei Giardini Pincherle, è visibile un tratto in Piazza Verdi, un altro all'interno d'un negozio attiguo alla porta di Piazza Aldrovandi e un altro ancora in Casa Murri-Redenti in Strada Maggiore,39. Di altri non so. Il loro percorso è più evidente di quello della prima cerchia, perché i canali di Savena (da un lato) e di Reno (dall'altro), benché ora intombati, fungevano da fossato all'esterno delle mura stesse, oltre che essere guazzatoi e fonte d'energia. Canali che oggi in buona parte corrispondono a strade, la cui forma circolare è ben chiara osservando la pianta della città. Nell'attuale via Rialto l'acqua faceva un salto (Braina di Fiaccacollo, cioè "a rompicollo") e lo stesso Borgonuovo fu probabilmente così chiamato poiché era un nuovo borgo al di fuori della addizionale longobarda. Del resto la denominazione di "borgo", rimasta in parte fino ai nostri giorni, indicava agglomeramenti sorti al di fuori delle mura, specialmente da quelle della prima cerchia. L'urbanistica nei secoli è mutata e non sempre l'antico muro e fossato corrispondono a strade attuali.

LA TERZA ed ultima è quella ancora esistente, o meglio, esiste ciò che resta dopo i barbarici abbattimenti iniziati sotto il sindaco Dallolio a partire dal 1901-02, quando furono distrutte gran parte delle mura, due porte ed alcune torri millenarie! Ma già verso la metà del '500 erano stati utilizzati i merli per costruire il condotto che porta l'acqua alla fontana del Nettuno. Si sa che il primo tratto fu quello tra Porta S. Felice e la Fortezza del Pratello, eppure anche in questo caso ho trovato discrepanze circa la data di costruzione: chi dice vagamente "tra XIII e XIV secolo" , chi dal 1337/40 e chi ne indica la costruzione nel 1390, anche perché, nel 1363, lo "studente" Francesco Petrarca descrisse le mura di Bologna come "steccato sconnesso". E' probabile che…tutti abbiano ragione, poiché la terza cinta fu progettata, come palizzata, nel 1226, ne fu decisa la costruzione in muratura nel 1327 e fu terminata nel 1390! Nonostante lo scempio, ne esistono ancora diversi tratti che sono visibili lungo i viali della circonvallazione, i quali combaciano con la cinta (tranne che nei pressi della Stazione)e, molto più stretti di oggi, ne costituivano di certo il fossato. Le Porte (senza contare alcune posterle) erano 12 ed oggi ne restano 10: nei secoli alcune sono rimaste originali, altre sono state abbattute e poi ricostruite in stili diversi, altre ancora subirono sovrastrutture posteriori, oggi in tutto o in parte eliminate, per lasciare solo il corpo originale.Esse sono, in ordine, le seguenti:

1) Porta Maggiore (o Mazzini) – rudere originale del XIII sec.
2) Porta San Vitale – originale del XIII sec.
3) Porta San Donato (o Zamboni) – originale, costruita nel 1390.
4) Porta Mascarella – originale, pure della fine del '300.
5) Porta Galliera – cinque volte abbattuta (con la Rocca a cui era unita, della quale resta solo un rudere) e riedificata definitivamente nel 1661-1663.
6) Porta Lame – abbattuta l'antica, fu ricostruita nel 1677.
7) Porta San Felice – del '300, restaurata nell'800. Nel 1805 fu detta Porta Napoleone!
8) Porta Sant'Isaia (Porta Pia) – riedificata nel 1568, poi demolita nel 1903.
9) Porta Saragozza – abbattuta l'antica, fu ricostruita (con fantasia!) nel 1859.
10) Porta San Mamolo (o D'Azeglio), del XIV sec, fu rifatta nel XV, simile a P.ta Castiglione, e demolita nel 1903.
11) Porta Castiglione- del XIV sec, ibrido di reminiscenze romaniche e gotiche.
12) Porta S. Stefano-simile a P.ta Mascarella, fu abbattuta nel 1843 e ricostruita (Barriera Gregoriana).Oggi restano due bassi edifici che furono anche bagni pubblici!

A partire dal 1600/1700 mura e porte cominciarono a diventare inutili ed è questo il motivo per cui non fu mai costruita una quarta cintura (…se si vuole escludere la Tangenziale che funge solo da circonvallazione e che abbraccia solo parte della città). Le ricostruzioni operate alle porte dal '600 in poi furono probabilmente lavori d'estetica, come sicuramente è successo per la recente Porta Saragozza, collegata con l'inizio del portico di San Luca e ricostruita nell'800 per onorare la Madonna.Mura e porte pertanto ormai obsolete, ma questa non fu una valida ragione per abbatterle soltanto un secolo fa! Ho sempre pensato che i nostri cari amministratori avessero la vista corta, poiché, dopo l'abbattimento di antiche torri verso il 1920, ci siamo potuto godere per soli 50 anni la nostra "Bologna più moderna", dopo di ché siamo stati costretti a…vietare il traffico nel centro storico! Se i nostri urbanisti fossero andati cent'anni fa a vedere le città di New York, Chicago o Los Angeles, dove il traffico era ben più caotico del nostro e dove non si sono mai sognati d'abbattere le loro rare costruzioni vetuste, forse avrebbero operato diversamente! E ciò vale anche per la tangenziale, già troppo stretta 20 anni dopo la sua costruzione.

CONCLUSIONE: la Bologna del basso Medio Evo contava 50.000 abitanti i quali vivevano quasi interamente dentro la mura. Oggi siamo 7 volte di più, ma anche la città è circa 7 volte più grande. Oggi essa ha valicato la cinta muraria e si è estesa un po' in tutte le direzioni, inglobando non solo i vecchi borghi, ma anche quelli più lontani (Borgo Panigale) e diversi altri centri limitrofi (Casalecchio, Zola Predosa, Castenaso, San Lazzaro, ecc,) pur se dotati di amministrazioni autonome. La maggior espansione è avvenuta lungo la via Emilia, come del resto è accaduto in tutte le città della Regione: una strada costruita oltre 2000 anni fa (allora doveva essere un'opera quasi paragonabile alla Grande Muraglia cinese, benché 15 volte più corta!), che è ancora di importanza vitale: durerà tanto la tangenziale?Ma se guardiamo la pianta della città, limitatamente allo spazio entro la cerchia muraria, ogni elemento di cui ho parlato finora risulta ancora evidente, pur se nel corso di un millennio abbattimenti, ricostruzioni, nuove strade, copertura dei canali e quant'altro ne hanno sensibilmente cambiato la fisionomia. Innanzitutto la zona più centrale (e che è sempre stata centrale!), dalle Due Torri fino a Piazza Nettuno, lungo la via Rizzoli (decumano massimo), e zone limitrofe, mantiene pressappoco il reticolo romano ed alto medievale, con decumani minori e vari cardini che si intersecano in modo ancora regolare, creando spazi quadrati. Alle spalle delle Due Torri è ancora bene evidente la cosiddetta "addizionale longobarda": una zona a forma semicircolare (le vie Sampieri, dal Luzzo, Castel Tialto e poi Vicolo Alemagna, via Caldarese, fino a via Benendetto XIV e vicolo Broglio), costruita a ridosso delle mura di selenite.I longobardi la costruirono in quel punto, come una sorta di fortilizio,per fronteggiare eventuali attacchi da parte dei bizantini ravennati, conferendo a Bologna la tipica forma a raggiera con strade che, dalla seconda cerchia, vanno in tutte le direzioni. Una caratteristica medievale con strade che partono da un centro o castello o borgo per irradiarsi nelle diverse direzioni. In questa pianta il centro è rappresentato dalle Due Torri, anche se qualcuno si divertì ad individuarlo all'inizio di via Montegrappa (via Pietrafitta), dove appunto un "fittone" indicava l'esatto "ombelico" della città.L'ultima cerchia è più evidente ancora (per via dei viali di circonvallazione) e mantiene, più o meno, la stessa forma circolare-ovale della cinta del mille.In periferia gli urbanisti si sono sbizzarriti, disegnando zone di tipo "romano", altre di tipo "medievale" ed altre ancora di tipo promiscuo, ma mi sembra di poter dire che nessuno è riuscito a dare alla città quella funzionalità di traffico che dovrebbe avere, dall'insufficienza dei parcheggi a quella della tangenziale, all'assenza di una linea metropolitana, alla scarsa funzionalità dei mezzi pubblici, all'eterno intasamento degliautomezzi, impediti da ogni tipo di ostacolo, come se noi cittadini dovessimo scontare il delitto di…non andare più a cavallo o a piedi!Credo che fossero più bravi gli antichi urbanisti bolognesi (i quali fecero la geniale invenzione dei portici) e più ancora i romani, forse perché Roma era allora ciò che sono New York, Chicago e Los Angeles oggi ed essi non avevano bisogno di sbagliare, poiché già sapevano quali fossero le cose giuste da fare per organizzare il traffico di una città. E non solo il traffico!
-
Paolo Canè

1 commento:

  1. I miei complimenti, è la pagina on-line più completa che ho trovato riguardo alle porte.

    RispondiElimina