Ecco una poesiola d’anonimo autore, datata 1850 e scritta allorché un’ordinanza vietò le “mance” cioè gli omaggi di droghieri e bottegai alla clientela, a costoro dedicata:
Da un rispettabile vostro collega,
di ricco fondaco, d’ampia bottega;
fu resa pubblica un’avvertenza
che delle mance restiamo senza
le quali soglionsi da voi signori
dare agli assidui vostri avventori;
talché rimanesi a bocca netta,
come si annunzia nella Gazzetta.
O voi che, in grazia dei soldi nostri,
vedeste prosperi i conti vostri,
esperti e provvidi in ogni affare
ed esattissimi, anche a pesare,
perché, con l’anima al bene avvezza,
usate al prossimo tanta durezza?
Ancora a proposito di mangiare, ecco una parafrasi, leggermente sacrilega:
Da un rispettabile vostro collega,
di ricco fondaco, d’ampia bottega;
fu resa pubblica un’avvertenza
che delle mance restiamo senza
le quali soglionsi da voi signori
dare agli assidui vostri avventori;
talché rimanesi a bocca netta,
come si annunzia nella Gazzetta.
O voi che, in grazia dei soldi nostri,
vedeste prosperi i conti vostri,
esperti e provvidi in ogni affare
ed esattissimi, anche a pesare,
perché, con l’anima al bene avvezza,
usate al prossimo tanta durezza?
Ancora a proposito di mangiare, ecco una parafrasi, leggermente sacrilega:
Va’ fuori d’Italia,
va’ fuori ch’è l’ora,
và a dìr a l’arzdàura
ch’la cùsa i macarón!
Ed anche alcuni mottetti popolari, usati localmente, nei quali il nome del paese muta a seconda del bersaglio a cui mirano:
Roma caput mundi
Budrius secundi
Bulàggna la gràsa
e l’ignuranza ed qui ed Munzón inción la pàsa!
Oppure:
Bononia docet
Budri s’bdòcet!
Ma i budriesi rispondevano:
I bulgnìs i én lùv, bécch e curiùs!
E ancora, a sottolineare che Bologna non è così gradevole per i forestieri (…ma sarà poi vero, visto il grande numero di forestieri che qui si trasferiscono?):
Bulàggna la gràsa
par chi ai stà, brìsa par chi ai pàsa.
-
Paolo Canè
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