Ferro alla Patria era la campagna di raccolta del ferro (dopo quella dell’oro) ai tempi dell’autarchia fascista.Vennero divelte le cancellate un po’ dappertutto e, in un’antica villa di Vedrana, la cui recinzione era stata eretta dal nonno Giacomo Zerbini, divelta dal regime e ricostruita dal nipote Antonio, figura la seguente iscrizione:
Giacomino ai la mité
e Benito a la cavé,
po’ Tugnàz ai l’armité
e ch’la sèppa finé lé!
Una lapide sulla Garisenda ricorda i versi di Dante (Inf. XXXI):
Qual pare a riguardar la Garisenda
sotto il chinato quando un nuvol vada
sovr’essa, sì ch’ella in contrario penda:
tal parve Anteo a me che stava a bada
di vederlo chinare…
(A.Menarini-A.Vianelli, Bologna per la strada,1973)
Ai bambini col moccolo al naso:
Giacomino ai la mité
e Benito a la cavé,
po’ Tugnàz ai l’armité
e ch’la sèppa finé lé!
Una lapide sulla Garisenda ricorda i versi di Dante (Inf. XXXI):
Qual pare a riguardar la Garisenda
sotto il chinato quando un nuvol vada
sovr’essa, sì ch’ella in contrario penda:
tal parve Anteo a me che stava a bada
di vederlo chinare…
(A.Menarini-A.Vianelli, Bologna per la strada,1973)
Ai bambini col moccolo al naso:
Cùmm t’um piès, cùmm t’um piès
con la gàzza sàtta al nès.
***
Vittorio Emanuele
che mangia le candele
le mangia senza pane
scorreggia come un cane
***
Un famoso scongiuro di noi ragazzi:
Terque quaterque
testiculum tactis
palleggiatoque augel
scrotoque pilis :periculum fugatum est.
-
Paolo Canè
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