martedì 16 settembre 2008

RIME IN PILLOLE (pagina 22)

Ecco ora un paio di strofette che, secondo quanto si racconta, dovrebbero avere illustri natali (ma sarà poi vero?). La prima, scurrile e non grammaticalmente perfetta, è attribuita a Carducci; la seconda, a quanto mi raccontò Ligio Baldazzi, un vecchio anarchico, frequentatore del Bar Azzurra, sarebbe lo scambio di biglietti tra Carducci e Stecchetti, i quali, seduti al tavolo di un caffé, videro passare una bella signora. Si tratta di cosa di una volgarità e di una blasfemia inaudite, ma, conoscendo l’indole spregiudicata ed atea dei due personaggi, non faccio fatica a credere che sia vera. La riporto in parte, lasciando al lettore indovinare il resto:

Budrio mai stassi,
merda sui muri, merda sui sassi
e, ad ogni spirar di vento,
odor di merda sento!

Uno dei due:
“Che bella donna,
p… M….!”

L’altro:
“L’ho vista anch’io,
p… d’un D…!

Per contro ecco un paio di sermoni da recitare davanti al Presepe:

Tutti vanno alla capanna
per vedere chi c’è là:
guarda là che bel bambino
bianco, rosso e ricciolino!
Ah, se avessi un biscottino
da donare a quel bambino,
il biscottino non ce l’ho,
il mio cuor gli donerò!

***

Sermàn da Nadèl
al vén al fa bàn e l’àqua la fa mèl.
L’àqua la fa mèl e al vén al fa bàn:
ai ò bèle finé al mì sermàn!


Quando non si sapeva cosa dire:

dànca
par fèr i muradùr ai vól la cànca!
-
Paolo Canè

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