martedì 13 gennaio 2009

AUTORI BOLOGNESI

Prima il XIX, timidamente, poi il XX, in modo più massiccio, sono stati i secoli del “boom” della letteratura su Bologna. Infatti, a quanto pare, fino a tutto il XVIII sec. gli autori che hanno trattato del dialetto e della storia della mia città, sono stati relativamente pochi. A meno che non sia un’impressione causata dal fatto che il tempo ci ha fatto pervenire soltanto le opere meritevoli di sopravvivenza. Non so quanti lettori abbiano potuto vantare quegli antichi autori, anche perché una volta erano pochi a saper leggere ed erano pochi a poter spendere in libri. Certo che oggi tutti sono in grado di leggere, ma…leggono? Da quel che mi si dice, pare che la gente legga molto poco, anzi, pare che più aumenta il materiale nelle edicole e nelle librerie e più diminuisce il numero dei consumatori. A volte sembra che ci siano più scrittori che lettori! Eppure in provincia di Bologna vivono almeno 800 mila persone, delle quali almeno la metà dovrebbero interessarsi dei fatti della città, della storia e del dialetto, si dovrebbero perciò vendere molte copie e invece pare che non sia così. Peccato, perché se la gente leggesse di più, non solo potrebbe conoscere molte cose interessanti sulla sua città, ma si scrosterebbe di dosso un bel po’ di quell’ignoranza che, nel XXI secolo, non dovrebbe più esistere. Ciò nonostante il numero degli ”scrittori” non accenna a diminuire ed è un fatto che oggi scrivono su Bologna cani e porci! Io sono tra quei “cani e porci”, ma almeno sono un dilettante. In libreria si trova di tutto: libri di storia, di costume, sul dialetto, poesie, opere inutili, scopiazzature e quant’altro, ma, sapendo ben scegliere, si possono trovare anche opere preziose scritte da autori seri a capaci. Non sempre tali opere hanno l’appoggio pubblicitario che meritano, mentre si sono viste massicce campagne per libri di nessun valore, brutti e cari! Ma così è la vita. Del ‘900 sono soprattutto due gli autori che io preferisco: Alberto Menarini, che ci ha lasciati nel 1984, che è stato certamente il maggior studioso del dialetto, del costume e della storia recente della città. Egli ci ha lasciato opere meritevoli, anche se purtroppo nessuno l’incaricò di fare un dizionario e una grammatica, ciò che egli sarebbe stato in grado di fare in modo perfetto. L’altro è Tiziano Costa, mio coetaneo che mi onora della sua amicizia, il quale è il miglior storico, specializzato nella storia medievale, materia che tratta con competenza, leggerezza ed ironia. Due personaggi diversi, che però sono accomunati da un grande amore per Bologna,da una profonda conoscenza della loro materia e da un sacrosanto rispetto nel trattarla. Non si avverte nelle loro opere la ricerca spasmodica del successo e del sensazionale, come accade per altri i quali si sono abbandonati ad improbabili fantasie, ma unicamente il piacere di trattare le cose della nostra gente e il desiderio di tramandare ai posteri molto di ciò che, inevitabilmente, è destinato a sparire. Grazie Alberto e grazie Tiziano.
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Paolo Canè

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