Ed có: tra i vari modi di dire “sopra”, abbiamo “sàura”, “in vàtta” e anche questo “ed có”, scherzosamente tradotto in “di coda”, magari sapendo che qui la “coda” non c’entra nulla, bensì il “capo”. Per essere pignoli, una sottile differenza potrebbe anche esserci: “sàura” è semplicemente “sopra” (sàura a la tèvla), “in vàtta” è un po’ più in altro (in vàtta a l’armèri) e “ed có” è molto più in alto, in cima (ed có d’un àlber).
A parte ciò, ed có lo dicevano i nostri vecchi e quasi non lo diciamo più noi, ma “in co del ponte” lo ha scritto nientemeno che Dante, probabilmente influenzato dai dialetti settentrionali.
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