"Indùv s'él ingambarlè?" mi chiede mio padre, riferendosi ad un filo elettrico che si era impigliato in una siepe. E subito prendo nota di questa ennesima, strana parola, mai sentita prima e che non viene riportata dai dizionari bolognesi in mio possesso: "Dove si è… ingambarlato?". Una delle tante espressioni dialettali che sorprendono e fanno sorridere. Il termine italiano corrispondente è "impigliarsi" (da pigliare, prendere), benché etimologicamente (gamba) dovrebbe corrispondere ad un ipotetico "ingambettare" (che non esiste) e "inciampare" (da ciampa = zampa) che esiste, ma che è generalmente riferito a persona o animale e non ad una cosa come un filo oppure a "incespicare" (dal latino caespes = zolla).
Nel nostro dialetto esiste anche un "imbalzèr" (da cui "imbalzè", epiteto per chi è lento e maldestro), a cui non corrisponde un ipotetico "imbalzare" che non esiste (anche se a Bologna lo diciamo spesso), ma che dovrebbe riferirsi alla "balza", la parte (bianca) sopra lo zoccolo dei cavalli e per estensione anche di altri animali: ricordo d'aver visto da piccolo le mucche che venivano legate con una corta corda tra il collo e una zampa ("balza"), affinché potessero pascolare,senza allontanarsi troppo.
Per inciampare abbiamo anche "inzamplèr", ma per impigliarsi non abbiamo che questo strano e poco usato verbo, poiché non potremmo dire "impièr" (da impigliare), termine che già significa "accendere".
Un verbo usatissimo (peraltro l'unico con questo significato) che può sembrare curioso, ma non lo è: in tutti i dialetti meridionali, dal napoletano al siciliano, esiste "appicciare" (italiano: appiccare e forse da qui viene il nostro "impièr", attraverso un probabile "impicèr") e addumare in Sicilia (probabile francesismo da “allumer”).
L'operazione contraria, spegnere (o spengere, come preferiscono i toscani), si dice al Sud "astutare" ed è questa ora che può sembrare curiosa, poiché richiama alla nostra mente "astuto, furbo" che non c'entra nulla, ma che invece con ogni probabilità deriva dal latino "extinguere", cioè spegnere.
A Bologna invece diciamo "smurzèr", che ricalca l'italiano smorzare, il quale, nella sua variante regionale, significa anche spegnere (o spengere!).
Tornando a "imbalzè" (maldestro), il termine italiano corrispondente è "impacciato", parola che, attraverso il francese "empeché", viene pure dal latino "impedicatus" o "impeditus" e…c'entrano sempre i piedi, ma vediamo che, sotto sotto, in tutte le nostre parole, in lingua o in dialetto, c'entra quasi sempre il latino, come sostengo e come ho sempre sostenuto!
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Paolo Canè
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