"(Cosa nota) a ciechi e barbieri": così definisce Orazio nelle sue Satire una cosa che è nota a tutti, che corrisponde alle espressioni "lo sanno anche i muri", o "lo sanno cani e porci" o "l'ha detto al colto e all'inclita", ecc.
"Lippus" in latino era il cieco o il molto miope, del resto "lippo" ha lo stesso significato in italiano, pur se è parola nota a pochi e disusata.
Lippi è anche cognome diffuso in Emilia-Romagna e Toscana: ricordo i famosi pittori rinascimentali Filippo e Filippino, il "coach" Marcello, il presentatore Claudio ed anche un suo omonimo che è…il mio assicuratore, romagnolo verace! De Felice fa risalire l'origine di tale cognome a "Filippo" (dal greco: amante dei cavalli) ed è strano che non accenni alla possibilità che esso possa derivare da un ipotetico nome di battesimo medievale "Lippo", cioè miope o mezzo cieco, magari scomparso, come del resto il più diffuso Claudio deriva dal latino "zoppo", Paolo da "piccolo" e così via. Altre volte, in fatto di etimologia dei nomi e dei cognomi, ho avuto modo di notare che gli studiosi ne enunciano con certezza un'origine univoca, senza neppure presupporre che potrebbe esisterne un'altra : è il caso di questo Lippi, di Sica o De Sica dei quali ho già parlato e di molti altri. Il Gaudenzi scrisse che oltre la metà dei cognomi italiani deriva da nomi propri e inoltre che molti nomi di battesimo in uso nel Medioevo sono oggi scomparsi, perché dunque non supporre che questi ultimi abbiano dato origine a molti cognomi, senza andare a cercare altre più o meno probabili etimologie?
Il bolognese ha sempre avuto "traduzioni" dialettali dei cognomi, almeno di quelli emiliano-romagnoli, tuttavia questo Lippi resta invariato anche quando si parla in dialetto, poiché la voce maschile "Lépp" si riferisce al Lippo, una località alle porte di Bologna, della cui etimologia non ho idea, mentre il femminile "la léppa" non è altro che la voce usata per "la lippa", un gioco che i ragazzi facevano una volta e che in alcune regioni viene chiamato "saltapicchio", credo. Un gioco che, specialmente in questa era di giochi elettronici, è scomparso, ma che resta nel noto modo di dire "và bàn a zughèr à la léppa" che è un modo gentile di mandare qualcuno a quel paese. Io non vorrei essere irriverente nei confronti di studiosi che hanno dedicato la loro vita a ricerche su lingue, dialetti e quant'altro, tuttavia mi chiedo se non sia il caso, talvolta, di mandare a "giocare alla lippa" coloro che hanno troppe certezze in fatto di etimologia, a meno che non mi sbagli e che… non ci debba andare io!
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Paolo Canè
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