lunedì 19 aprile 2010

AGGETTIVI RAFFORZATIVI

In dialetto (anche in lingua, ma qui è del dialetto che parliamo!) esistono aggettivi accompagnati da un secondo aggettivo che diremo “rafforzativo” e insieme vanno ad accentuare il concetto, a formare una locuzione che è in pratica un superlativo. A volte questo secondo aggettivo si pronuncia con questa vera funzione rafforzativa, altre volte con intenzioni ironiche o per strappare un sorriso. Ho già parlato qua e là di alcune di queste forme particolari, ma in questo capitolo le vorrei riunire tutte insieme (o almeno, tutte quelle che ricordo), cercando, ove necessario, di trovare una spiegazione.

Amalè mórt era un modo un po’ crudele di definire una persona molto ammalata, con poche speranze di sopravvivenza.
Chèld buiiànt. “caldo bollente” è il contrario di “freddo gelato” (vedi sotto)
Chèr arabé. Si dice di prodotto o servizio molto costosi e probabilmente l’aggettivo “arrabbiato” si riferisce ai tempi in cui la rabbia era una cosa seria.
Dàulz m’lè, si dice di frutto o bevanda troppo dolci e alcuni traducono la locuzione nel buffo italo-bolognese “dolce melato”, magari con una smorfia! M’lè deriva da mél = miele, ossia a dire dolce come il miele.
Fràdd z’lè, ossia ”freddo gelato” di qualcosa che forse dovrebbe essere più caldo e invece non lo è per niente!
Gràs técc’, grasso “paffuto”. Non so quale significato abbia técc’ (che noi traduciamo in italiano con “ticcio”), ma di certo è allegro, al contrario di stlè, anche perché in passato la magrezza era indice di miseria, al contrario della grassezza.
Imbariègh dùr. Quando un tempo gli ubriachi erano molti più di oggi, gli aggettivi rafforzativi erano tanti, ma “duro” era il più diffuso
Inamurè spànt (anche imbariègh spànt),in questi casi spànt vale “completamente” o “del tutto” o “fradicio” o “perdutamente”, ecc.
Incazè nàigher. Lo traduciamo pari, pari anche nel nostro italiano, col significato di molto arrabbiato, ma ignoro il perché dell’aggettivo “nero”.
Lóngh c’tàis, detto specialmente di qualcuno che cade “lungo disteso” a terra!
Màt dùr, completamente matto, aggettivo che probabilmente ricalca il seguente:
Mègher stlè, magrissimo, tanto da sembrare spaccato (stlèr= spaccare specie di legna) e, come più volte detto, questo secondo aggettivo è, tutto sommato, triste, anche perché lo si pronuncia con un’espressione quasi schifata
Móii spàult, bagnato fradicio, specie di chi è stato sorpreso da un acquazzone.
Pén pèra. Molto pieno, di recipiente o di locale “pieno “ e forse “pari” al bordo.
Salè murdànt. Molto (troppo) salato, quando alla massaia “scappa” il sale!
Sótt bràssch è un’espressione del gioco delle carte, quando di un dato seme si possiede un solo esemplare che è “asciutto bresco”, così traduciamo in italiano, ma non ho nessuna idea dell’etimologia di questa parola.
Spórch lérz (in lingua “sporco lercio”)si dice di persona,cosa o animale molto sporchi
Stóff mèrz, stanco marcio, cioè molto stanco (molto più di “stóff mórt”!).

Paolo Canè

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