mercoledì 4 luglio 2007

El papóss

È una parola obsoleta, che le giovani generazioni non usano più, nemmeno nello scherzoso italo-bolognese "le papusse", ancora tanto vivo quand'ero bambino. Sono quelle ciabattine, di regola di stoffa e chiuse, che oggi vengono chiamate "zavàt" e perfino "schèrp da cà", se non "pantófel o pantufulén-ni", ma non più "papóss".
E' una parola d'origine persiana "papush", formata da "pa" (piede) e "push" (coperta), perciò letteralmente "coperta per i piedi".
In tosco-italiano sono state tradotte con la bruttissima parola "babbucce" che usano quasi solo i toscani e che noi abbiamo trovato scritta soltanto sul libro di Pinocchio o in qualche favola toscana.
Ciò mi fa riflettere, ancora una volta, sul fatto che tutti i dialetti italiani, compreso il bolognese, sono molto più aderenti alle etimologie originali (latino, greco o persiano, come in questo caso) di quanto non lo sia il dialetto toscano, il quale è forse l'unico che si distacca dalle radici originali (esempi ne ho fatti moltissimi nei miei scritti precedenti). Inoltre, dato che l'italiano ha tratto origine dal dialetto toscano del Trecento, anche la nostra lingua è, paradossalmente, l'unica delle neolatine (ma anche delle altre) che è meno aderente alle grafie e pronunce originali, latino compreso!
Se prendiamo ad esempio la parola latina "Caesar" (studi più recenti hanno stabilito che i romani la pronunciassero com'è scritta e non "Cesar", come insegnarono a noi a scuola), essa è stata tradotta in tosco-italiano "Cesare", ma in tedesco "Kaiser" e in russo "(C)zar", due pronunce molto più simili al latino, anzi quella tedesca è quasi uguale! Sono centinaia le parole, in genere dotte, d'origine latina o greca o altro che in tutte le lingue europee vengono scritte e pronunciate in modo simile a quello degli antichi, a differenza dell’italo-toscano. Perché? Non credo che i toscani volessero fare gli originali, credo che si tratti dell'influenza etrusca. Gli etruschi impararono bene il latino e lo parlavano ancora quando a Roma si era già deteriorato, ma evidentemente hanno mantenuto alcune caratteristiche che li hanno portati a scrivere in modo sensibilmente diverso al latino.
A me, questo fatto che il bolognese (pure in compagnia di quasi tutti gli altri dialetti e lingue) sia ancora così simile al latino, a differenza del toscano, piace moltissimo! Nel caso poi delle "papusse", non solo il nostro "papóss" è quasi uguale a "papush", ma "pa" anche a Bologna significa "piede" (plurale "pi")!
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Paolo Canè

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