mercoledì 11 luglio 2007

Il verde di Bologna

Non c'è molto verde a Bologna, ovvero, ce ne dovrebbe essere tanto di più e per fortuna che qualcuno, un secolo fa, pensò di creare il "Passeggio Regina Margherita": un polmone indispensabile, con varie strade all'interno, nessuna delle quali intitolata a Cesare Pezzoli che nel 1924, con la sua "Flèvia", ne ha immortalata la memoria!Dopo di allora solo alcuni privati hanno pensato al loro giardino, ma per il resto si è verificata quella cementificazione selvaggia, che peraltro affligge diverse altre città.
Sì, qualche asfittico giardinetto, qua e là, ma poche aiuole, pochi fiori e, soprattutto, pochi alberi. I recenti piani regolatori hanno vietato costruzioni sulle colline dei dintorni e questo è stato anche un bene, ma sarebbe stato più intelligente concedere qualche permesso, a patto che si fosse costruita una casa in non meno di 10.000 metri quadrati e piantati alberi su non meno del 75% dello spazio! Ma evidentemente i bolognesi non amano il verde, il quale scarseggia anche nei semafori, visto che alla loro sincronizzazione e alla costruzione di parcheggi, si è sempre preferita la comoda e redditizia via delle multe e dei divieti di circolazione! Gli esempi di distruzione delle aree verdi si sprecano: il PEEP Fossolo fu costruito proprio nel luogo in cui c'era il rigoglioso Vivaio Ansaloni, ammassando tonnellate di cemento e lasciando pochissimi degli alberi esistenti. A Ponte Rizzoli è stato costruito un agglomerato di case, proprio dove c'era un folto noceto, solitario in mezzo a chilometri quadrati di spoglia campagna. La stessa cosa è stata fatta in Via Colunga a San Lazzaro ed in innumerevoli altre località. Il verde che c'è lungo i fiumi è lasciato nel più squallido abbandono e nei nuovi quartieri nessuno si preoccupa di lasciare ampi spazi pubblici e alberati a disposizione dei cittadini: le piste ciclabili, quelle sì che si fanno, forse perché quasi nessuno va più in bicicletta e perciò sono assolutamente inutili!
Pochi mesi fa ho dovuto assistere a due fatti, a pochi metri da casa, che mi hanno fatto male uno e rabbia l'altro. I miei vicini hanno abbattuto un albero cinquantenne, solo perché…le sue foglie cadevano sul tetto della casa e il Comune ha dato loro il permesso. Quello stesso Comune che ha mandato i vigili a contestare una casetta-garage (peraltro bella e ben fatta da un altro vicino)poiché, secondo loro, non a norma.Lungo i viali della circonvallazione sussistono ancora almeno un paio di caserme che sarebbe stato bene trasferire in periferia, insieme alla stazione ferroviaria, non solo perché in caso di guerra non avrebbero bombardato la città, ma soprattutto perché al loro posto si sarebbero potuti utilizzare i pochi fabbricati ad uso privato o pubblico e i rimanenti grandi spazi sarebbero potuti diventare importanti polmoni di verde. Ma in questa società non c'è posto per ciò che non rende e i giardini sono utilissimi alla gente, ma non rendono un solo euro alle casse comunali!
Se proprio qualcuno volesse sfogare l'odio per gli alberi, si potrebbero abbattere tutti quelli (peraltro malaticci) dei viali di circonvallazione e, al loro posto, creare 8 Km. di parcheggio intorno alle vecchie mura, in modo da rendere completamente pedonale l'area entro le medesime, ma dando la possibilità a tutti di parcheggiare molto vicino.
Nella Bologna medievale le cose non erano così, non tanto perché i nostri avi fossero più intelligenti di noi (e per molti versi lo erano!), quanto perché non avevano le automobili, intorno alla città c'erano ampi spazi boschivi, e anche per loro necessità.
Infatti, in assenza di supermercati e in presenza di non pochi assedi, la gente coltivava frutta e verdura dentro la città (oltre che allevare galline, maiali ed ogni altro genere commestibile). Guardando dall'alto la Bologna di oggi, sembra assurdo, ma un tempo dentro le mura c'era quasi più verde che case! Lo testimoniano i nomi di molte vie: Nosadella (noci), Frassinago (frassini), Pratello (peri), Ca' Selvatica, i vari Vinazzi (uva), le Braine (prati), i Brogli (orti racchiusi da alberi) ecc.
Se si fosse mantenuta questa politica, Bologna sarebbe oggi verde come Londra e comunque avremmo molto inquinamento di meno e respireremmo meglio, oltre a dare un lavoro come giardinieri a molti disoccupati! Si pagherebbero volentieri più tasse in una città dove le cose funzionano e invece qui paghiamo l'ICI più alta d'Italia per avere gli stessi disservizi di una città dove questa tassa è di 20 volte inferiore.
Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che, fino al '500, a causa dell'aumento della cittadinanza e del persistere della paura di essere attaccati dai nemici, i nostri avi abbiano man mano occupato gli spazi verdi dentro le mura a favore di nuove case, ma non è così: il vizio di non creare spazi verdi e di non piantare alberi è rimasto!
Infatti non importa andare molto indietro nel tempo: mio padre ricorda ancora quando la Via Marchetti, nella primissima periferia, dove non si trova ormai neppure un metro quadrato d'erba, era la stradina ghiaiosa d'accesso a Villa Hercolani. In una foto del 1929 si possono vedere i miei genitori, allora fidanzati, in posa sulla Via Laura Bassi, con ampi spazi verdi alle spalle. Io stesso ricordo ancora la campagna e il contadino col quale confinava la casa dove sono nato e dove ora non c'è una sola aiuola, un solo albero, un anche piccolo spazio pubblico per fare giocare i bambini.
Avanti di questo passo e dovremo portare i nostri nipoti a 50 Km. da Bologna, per mostrare loro come sia fatto un albero, peraltro già oggi li dobbiamo portare lì per fare vedere loro che le galline non nascono spennate come al supermercato e che le mucche non sono viola come in TV!
Esistono alcune stampe del '600 dove si vede una Bologna, oltre che ricca di canali e di porti, piena di alberelli meticolosamente disegnati. Lo spazio della Montagnola, il cui giardino fu voluto da Napoleone (che evidentemente non era solo un ladro, ma anche uomo di larghe vedute), è ora in un penoso abbandono, mentre potrebbe essere un bel giardino elegante e ben frequentato, invece che ricoperto di feci umane, come io stesso ho visto, specialmente intorno al monumento di Piazza VIII Agosto!
E io credo che la Bologna di oggi non potrebbe, ma dovrebbe presentarsi meglio! Dovrebbe mostrare case curate, strade pulite, giardini alberati. Posso capire i mendicanti e la sporcizia in una città medievale, ma oggi zingari, clandestini e barboni sono intollerabili: occorrerebbe assegnare loro alloggi modesti, ma umani, obbligarli a lavorare o sbatterli fuori da una comunità, la nostra, che ha sempre saputo amministrasi bene, ha sempre saputo mantenere un certo ordine (vedi i parecchi bandi di qualche secolo fa), tranne che dal 1901 in poi! Da quando cioè è stata assalita dai picconi e dalle manie di voler "rendere la città moderna".
Se questo è il risultato, complimenti!
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Paolo Canè

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