martedì 9 dicembre 2008

RIME IN PILLOLE (pagina 41)

Nella Bologna del ‘700 era di moda, tra gli aristocratici, scrivere versi satirici. L’abate genovese Frugoni scrisse una lunga canzonetta, in cui stigmatizzava così sia la marchesa Camilla, moglie del senatore Filippo Bentivoglio:

“…pur vi porto la Camilla
che dagli occhi suoi sfavilla,
benché vecchia, imbellettata,
vuol d’amanti una brigata…”

che la mogie del senatore Paolo Patrizio Zambeccari, soprannominato “Fracasso”:

“…porto a voi la Zambeccari,
quale sempre pensa a vari;
ma il marito con Fracasso
la fa star con l’occhio basso…”

Ma ci fu chi ribattè per le rime: ecco la strofa finale di un misterioso autore:

“…porto alfine quel Frugone,
puttaniero e gran briccone,
che fu frate poi abate
per aver la libertate
di mostrarsi più insolente
in dir male d’ogni gente,
come appar dalla canzone
che qui sopra vi si pone…”

***

Bologna è la città dei grandi amori politici, si sa. A cavallo tra ‘700 e ‘800 scoppiò la febbre napoleonica e, in occasione della visita dell’imperatore in città (20 giugno 1805), furono composte odi a non finire. Ecco due acrostici, firmati “l’umilissimo, ossequiosissimo e fedelissimo suddito A.D.”:

Napoleone - Non uomo, no, ma Nume in mortal Manto
Augusto - Apportator di fortunati eventi
Principe - Passò già l’Alpe, e ai fausti giorni spenti
Onoreficentissimo - O mai renduta Italia terge il pianto.
Lume - Là di Marengo per le vie ridenti
Eccelso - Eccheggia l’aria di sue glorie il vanto,
Onniveggente - Onorati a Lui s’ergon Monumenti
Nostro - Non mai per altri meritati tanto.
Emerito - E mentre alla Regal Ferrea Corona
Primo - Posando ferma sull’Augusta Fronte
Re - Risalto nuovo, e nuova Tempra Ei dona
Italiano - In Terra, in Ciel LA FAMA i rari spande
Massimo - Merti di tanto EROE = gridando = è il fonte
Ottimo - Or d’ogni ben NAPOLEONE IL GRANDE
-
Paolo Canè

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