mercoledì 11 luglio 2007

PIZÓN

Ai praticanti del dialetto, questa parola (piccioni) porta subito alla mente la nota canzone della "Fìra ed San Làzar" ("Ai ò cumprè du bì pizón, cumm'i éren bì, cumm'i éren bón") oltre all'epiteto "pizàn" che alcuni usano per dare a qualcuno dello sprovveduto, del minchione e al termine di "pizàn viazadàur" per chi è sempre in giro, per tacere della "mérda ed pizàn" consigliata come concime per i baffetti degli adolescenti.
Pochi però sanno che la versione dialettale del famoso detto italiano "prendere due piccioni con una fava" è "ciapèr du pizón con una grèna" e non "con una fèva"! E, a proposito di questo animale oggi poco simpatico, poiché infestante e portatore di malattie, ma un tempo diffuso, allevato (le belle piccionaie di alcune ville, il tiro al piccione ora proibito) e sopra tutto mangiato, posso citare un paio di curiosità: non esiste oggi in bolognese la parola corrispondente di "colombo", né della parola "tortora" ed anche i diffusi cognomi di Colombo e Tortora vengono sempre pronunciati in italiano, come del resto tutti o quasi tutti i cognomi non bolognesi.
Di "tortora" esiste solo il diminutivo "turturén-na", come di "colombo", ma solo se si tratta dell'antica maschera veneziana della Commedia dell'Arte "Culumbén-na". I termini "clàmb" (raro) e l'eventuale "tàurtra", oltre che essere orrendi, non si usano, anche se alcuni sprovveduti ed improvvisati parlanti di simili mostri pseudo dialettali ne producono parecchi, quando non ne vanno a rispolverare di vecchi ed obsoleti!
Il nostro dialetto, a differenza della lingua, presenta spesso situazioni analoghe, per cui certe parole non esistono (e vengono pronunciate in italiano) oppure esistono, ma presentano eccezioni grafiche e fonetiche: ho già fatto in passato alcuni esempi e…ne farò ancora se mi verranno in mente. Un esempio: la Camera del Lavoro che viene pronunciata sempre in italiano, nonostante che esistano, ben vivi, i termini "stànzia" e "lavurìr", ma solo un pazzo potrebbe dire "La Stànzia dal Lavurìr", ciò che tuttavia rappresenterebbe una normale camera nella quale qualcuno lavora!
E così anche il Senato che nessuno mai chiamerebbe il "Senè" e la Camera dei Deputati, la cui prima parte resterebbe "Camera", mentre al massimo la seconda parte sarebbe tradotta con "di Deputè", ma la "Stànzia di Deputè" potrebbe essere solo la camera dove essi dormono. Curioso, finché siamo in tema, è il Governo che sia chiama "Guéren", mentre il verbo derivato "governare" si dice oggi "governèr"; esiste un antico e disusato "guarnèr" (riferito soprattutto alle mucche) e sarebbe forse corretto usarlo nel senso di governare un popolo, ma evidentemente esso è stato "dimenticato" e così è nato il più recente "governèr" sulla falsariga dell'italiano.
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Paolo Canè

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