martedì 21 ottobre 2008

IL CARATTERE DI BOLOGNA

Già, perché anche Bologna ha il suo carattere, come, del resto, lo ha ogni città. Sembra impossibile, eppure ogni città con decine o con centinaia di migliaia di abitanti, tra i quali pure ci sono buoni, cattivi, onesti, delinquenti, santi, navigatori, poeti e quant'altro, ha il proprio carattere! Ossia, pur nella diversità di ogni individuo che mantiene il proprio essere unico e diverso da tutti gli altri, anche i bolognesi hanno un carattere nel quale, chi più e chi meno, chi bene e chi male, ognuno di essi si riconosce o comunque sta al gioco.Il nostro è un carattere allegro. Ma non "allegro" perché raccontiamo barzellette o fischiettiamo per strada o perché non abbiamo pensieri: la nostra è un'allegria triste che potrei anche definire ironia. Francamente non so perché la città abbia questo tipo di carattere: forse per la nostra posizione geografica, forse perché anche nei periodi più bui, noi non siamo mai stati completamente a terra o comunque non più a terra di qualsiasi altra città o forse per la nostra storia. Una storia che è stata anche turbolenta, ma che si è sempre pacificamente snodata sotto la rassicurante ombra del Papa, come un fiume che abbia conosciuto secche e piene, ma che non abbia mai cessato di scorrere placido. Forse perché siamo appagati da tagliatelle e tortellini. Forse perché discendiamo dai saggi Etruschi. Forse perché, da un millennio a questa parte, la città è sempre stata pervasa da quell'aria spensierata di giovinezza, portata da studenti che provengono dalle più disparate città d'Europa. Forse per tutti questi motivi, forse per uno solo di questi o forse… per nessuno di essi, fatto sta che noi siamo fatti così e che abbiamo il nostro carattere comune di bolognesi. Un carattere che ci rende gradevoli a chi ci ama e sgradevoli a chi c'invidia! Ironici perché amiamo sdrammatizzare, preferiamo un sorriso, anche se amaro, piuttosto che un pianto o un lungo, barboso e pedante discorso serio. Ecco: la nostra è un'allegria che ha sempre un fondo amaro, come se fosse un voler dire cose serie col sorriso sulle labbra o dire stupidaggini, senza però crederci del tutto. Un modo di fare che si esprime attraverso una miriade di battute, di modi di dire, di proverbi noti a tutti, i quali sono stati raccolti dai più esimi cronisti e, molto più modestamente, anche dal sottoscritto. Un modo di fare che è il massimo per stare in compagnia: che cosa sarebbe una serata a cena con gli amici, se tutti facessero solo discorsi seri? Un funerale! Un modo di fare, però, che, se fosse sempre e solo scherzoso, finirebbe per stancare. Un modo di fare magistralmente descritto da colui che disse: "Il bolognese non è troppo bonario, ma nemmeno cattivo: il suo modo di scherzare è come un cagnolino che ti morde i garretti!". Siamo così. Forse un po' troppo superficiali, forse non così ospitali come sembriamo, poiché lasciamo entrare gli altri nelle nostre cose "fino ad un certo punto", ma in fondo sostanzialmente pacifici, tanto che, se non ci fossero forestieri di vario tipo, a Bologna avremmo un numero insignificante di infrazioni alle leggi!Per dare un'idea del nostro carattere, potrei fare migliaia di esempi, ma mi limiterò a fare solo questo: se si chiede a un cinquantenne bolognese quanti anni abbia, egli risponderà "A sàn pió atàis ai trànta che ai vént!" (sono più prossimo ai trenta che ai venti). Ciò che strappa immediatamente un sorriso, ma, a pensarci bene è vero e anche un po' triste!
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Paolo Canè

1 commento:

robby ha detto...

molto interessante e chiara la tua descrizione dei bolognesi.sarebbe bello discutere su chi sono i bolognesi,come trovarli,dove trovarli...fare una mappa per i forestieri che dopo anni di permanenza a bologna non ne hanno conosciuti piu' di cinque o sei....io sono bolognese di famiglia bolognese e nella tua descrizione mi identifico abbastanza. roberto porrelli.roberto@gmail.com