mercoledì 2 aprile 2008

RIME IN PILLOLE (pagina 2)

Sono molte e di vario genere le citazioni in rima, in dialetto o in italiano, che si incontrano nel leggere i testi di Alberto Menarini, ma anche di altri ricercatori. Sono piccole opere così interessanti e divertenti, che ho deciso di elencarle in questa raccolta, con due righe di spiegazione (Le più antiche le riporto con grafia originale).

In un capitolo in cui si parla di "etimologie bislacche", cioè di ricerche etimologiche strampalate o fasulle,viene ricordato certo Egidio Menagio, il quale sosteneva, con indicibili acrobazie, che il vocabolo ariostesco alfana derivava dal latino equa con i passaggi: equus, equa, eca, naca, faca, facana, fana e alfana! Ciò che gli valse da parte del Cavalier Giacomo de Cailly (Jacques D’Aceilly) il seguente epigramma:

Alfana vient d’equus sans doute,
mais il faut savoir aussi,
qu’en venant de la jusqu’ici
il a bien changé sur la route !


In materia di punticci, che sarebbero bisticci senza pretese letterarie e col solo scopo di raggiungere effetti comici in base alle assonanze, ecco una nota strofetta:

Egli nacque al Paraguay,
prese moglie nel Chilì,
la portò nell’Uruguay,
nel Perù, però, perì.


A proposito di una località, fuori Porta Mazzini, detta la Purtàza (o Via Portaccia) ecco le prima parole di una vecchia canzone popolare:

Una cà, una stradlàza
ch’i la ciàmen la Purtàza…


Nota anche questa tiritera:
-
Bàn mó dabàn?
Trì baiùch un m’làn,
almànch ch’al fóss bàn!
E invézi l’é sblisgàn ( o zidràn)


Ai tempi in cui il problema più importante era il mangiare, si diceva quanto segue:

Vìva la Frànza,
Vìva la Spàgna,
bàsta ch’as màgna,bàsta ch’as màgna!
-
Paolo Canè

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